gerardo lo russo

Gerardo Lo Russo

Nella primavera londinese linquietudine del mondo appare più lontana che altrove. Eppure, nella galleria HJ Art Gallery London dove si celebra la mostra di Zhou Zhiwei, non ci si risparmia con i riferimenti al contingente, poiché preoccupa i pensieri dei protagonisti e dei visitatori.

Leggendo i messaggi che derivano dai molteplici temi trattati dall’artista italocinese, si percepisce una domanda sottile e profonda: perché la ricerca del Bello nell‘arte non riesce a modificare positivamente il presente? Forse, una possibile risposta è insita nel processo di queste opere realizzate durante gli ultimi vent’anni?

Le cime montuose del Tibet e dei santuari Taoisti, così ben delineate dalle pennellate morbide ed incisive, appaiono ammantate da nuvole sparse che ne attenuano le asperità. Gli stessi personaggi mitici della tradizione greca, che sia Sisifo o Medea, sembrano simboli lontani dai  loro gravosi problemi psicologici. Attraggono l’attenzione ma non inducono alla inquietudine. E così pure i paesaggi lagunari di Venezia o quelli nostalgici di Roma antica.

Nelle opere di Zhou Zhiwei, il dramma sembra essere superato da una venatura di gioia pacata e intima, percepibile in ogni elemento dipinto, che si tratti di rappresentazione del paesaggio  naturalistico o della condizione umana.

Zhou Zhiwei espone i propri sentimenti di vita vissuta cercando sempre l’armonia delle forme e dei colori, che sono gli elementi fondanti per manifestare la Bellezza nell’opera d’arte. Perfino Sisifo, nella sua tremenda vicissitudine, poiché colpito dal destino di dover affrontare le fatiche della vita senza mai poter dire di aver finito l’opera, non appare un condannato dalle forze misteriose e divine.

Sembra, al contrario un libero pensatore impegnato a riflettere sulle problematiche del bello e del brutto, del buono e del cattivo e di tanti altri opposti possibili, come se il masso enorme di pietra che dovrebbe spostare, fosse diventato un’ ombra grigiastra del dubbio, necessario compagno di vita di chi riesce a godere ancora del proprio arbitrio. 

Ecco, tra le venature dei colori sommamente modulati con esperta mano dell’artista, si può leggere oltre, si può percepire una arcana melodia musicale, come se intorno a quelle figure, o dietro le cime dei monti e tra le acque della laguna, una orchestra invisibile accarezzasse le nostre anime e tranquillizzasse le risposte che ci poniamo sul perché accade che.

Anche gli accadimenti che ci circondano, nel bene o nel male, sono necessariamente da digerire. L’arte per fortuna, detiene la straordinaria  capacità e la funzione sciamanica per farci superare lempasse delle domande senza risposte. Forse, se vogliamo cogliere il messaggio di Zhou Zhiwei, dovremmo calarci nella qualità delle sue riflessioni, e consentire che le nostre percezioni sensitive si adattino a vivere un equilibrio psichico dinamico  e permanente. 

Gerardo Lo Russo

Artista, già direttore dellAccademia di belle Arti di Roma

Londra, 7 maggio 2022